Schiacciare spesso un pisolino, o avere comunque l’abitudine di dormire durante il giorno, si assocerebbe a un aumento del 12% del rischio di sviluppare ipertensione e del 24% del rischio di soffrire di ictus rispetto a chi non ha questa abitudine. A evidenziarlo è uno studio pubblicato su Hypertension da un team di ricercatori cinesi guidato da Min-Jing Yang, della Xiangya Hospital Central South University.
Secondo gli esperti, il pisolino, pur essendo un’abitudine potenzialmente sana, potrebbe essere un segnale di una scarsa qualità del sonno notturno. I ricercatori hanno usato le informazioni in possesso della UK Biobank su stile di vita e di salute, raccolte attraverso campioni di sangue, urine e saliva. In tutto, queste informazioni riguardavano circa mezzo milione di cittadini del Regno Unito, di età compresa tra 40 e 69 anni, sui quali è stata successivamente condotta un’indagine relativa alla frequenza dei sonnellini pomeridiani.
Per la ricerca, il gruppo cinese ha escluso i dati relativi alle persone che avevano già sofferto di ictus o che avevano ipertensione prima di iniziare lo studio. Sono quindi stati presi in considerazione 360 mila partecipanti, per un periodo medio di follow-up di 11 anni.
I partecipanti sono stati divisi in base alla frequenza dei riposini in tre gruppi: le persone che non li facevano “mai/raramente”, quelli che li facevano “a volte” o quelli che li facevano “di solito”.
Dai risultati è emerso che una maggiore percentuale di persone che faceva il pisolino era composta da uomini con basso livello di istruzione e basso reddito e che riferivano più spesso di essere fumatori, di bere e di soffrire di insonnia.
Circa tre quarti dei partecipanti sono rimasti con le stesse abitudini rispetto al riposino lungo tutto il periodo di follow up. Tra quelli che hanno variato le abitudini, aumentare di una categoria l’abitudine al pisolino, passando, per esempio, da non farlo “mai” a farlo “qualche volta” o da farlo “qualche volta” a farlo “di solito”, ha fatto crescere del 40% il rischio di ipertensione.
Fonte: Hypertension 2022